giovedì 11 settembre 2008

Caso Denise, trovata a Kos bimba che parla italiano

Nella foto Denise Pipitone (Infophoto)
La donna che era con lei fermata a fine luglio per dei permessi di soggiorno rubati
Per l'Interpol non è escluso che sia la bambina scomparsa quattro anni fa in Sicilia. La piccola dall'età apparente di 6-9 anni era in compagnia di una rom, che da test effettuati in Grecia è risultata non essere la madre naturale, e di un ragazzo. Ad avvertire gli agenti una turista italiana. Inviato in Italia un campione del Dna per il riscontro. Piera Maggio: ''Il taglio degli occhi è uguale a quello di mia figlia, ma aspetto l'esito degli esami''

Atene, 11 set. (Adnkronos/Ign) - Gli inquirenti sono al lavoro ad Atene su un campione del Dna prelevato alla bambina che somiglierebbe a Denise Pipitone, la piccola scomparsa il 1 settembre 2004 a Mazara del Vallo (Tp) mentre giocava davanti alla casa della nonna. Stando a quanto conferma l'agenzia di stampa greca 'Ana', la polizia dell'isola greca di Kos ha arrestato una donna di 29 anni, rom d'origine albanese, che aveva in custodia la bambina dall'età apparente di 6-9 anni. Oltre alla donna, secondo l'agenzia 'Ana', in compagnia della bambina c'era anche un ragazzo, di cui non è stata precisata l'età.

La bimba a differenza della donna, che in un primo momento aveva affermato di essere la madre, parla perfettamente l'italiano. La segnalazione alla polizia è stata fatta in Italia da una turista italiana al suo rientro dalle vacanze sull'isola greca, dove è stata avvicinata dalla rom e dalla bambina che gli proponevano l'acquisto di un braccialetto. Le nostre autorità, quindi, hanno immediatamente interessato attivato l'Interpol oltre alla polizia greca.

La rom d'origine albanese è stata fermata lo scorso 28 luglio e si trova sotto processo per aver presentato dei permessi di soggiorno che sarebbero stati rubati a Thiba. I giudici hanno già emesso una sentenza di esplusione a suo carico ma, stando a quanto precisano fonti investigative, al momento è trattenuta in Grecia.

L'Interpol, attivata dalla polizia greca, ha inviato in Italia un campione del Dna della piccola nell'ipotesi che possa trattarsi di Denise Pipitone, scomparsa quattro anni fa in Sicilia mentre giocava in pieno giorno nel giardino della sua casa.

Intanto a Mazara del Vallo (Trapani), Piera Maggio la madre di Denise cerca di non illudersi. "Aspetto l'esito degli esami del Dna, ma voglio restare con i piedi per terra. Non mi voglio illudere più di tanto. Sono arrivate in passato molte segnalazioni", ha detto parlando con i giornalisti che l'hanno contattata.

I carabinieri hanno mostrato alla donna, che non ha mai perso la speranza di rivedere la figlia, le foto della bambina dell'isola greca. ''Il taglio degli occhi è uguale a quello di Denise - ha commentato Piera Maggio - Ma non basta''. Negli utlimi anni sono state decine le segnalazioni, ma si sono rivelate falsi allarmi. Ecco perché la madre di Denise ha detto che preferisce rimanere "con i piedi per terra''.

Fonti investigative, contattate dall'ADNKRONOS, mantengono per ora una certa cautela sottolineando che ''in questi anni sono state esaminate decine e decine di segnalazioni relative a bambine che assomigliavano a Denise, purtroppo finora tutte con esito negativo''.

mercoledì 13 agosto 2008

SAN GIULIANO DI PUGLIA. Al via ieri sera la sezione itinerante di Molise Cinema

SAN GIULIANO DI PUGLIA. E' iniziato nella serata di ieri, nell'insediamento temporaneo di San Giuliano di Puglia, “MoliseCinema tour”, la parte itinerante del festival cinematografico molisano che durerà fino al 23 agosto toccando altri centri della provincia di Campobasso.
Un appuntamento molto particolare, quello di San Giuliano, che ha visto in apertura la presentazione di “Filastrocca all'albicocca”, il corto di animazione prodotto da MoliseCinema e ispirato alla tragedia del terremoto del 31 ottobre 2002 in cui persero la vita 27 bambini e una maestra.
Alla presenza degli abitanti del paese, il corto, con le voci narranti di Filippo Nigro e Claudia Pandolfi, ha reso omaggio con delicatezza alle piccole vittime di quella tragedia, suscitando emozione e commozione. Erano presenti il sindaco Luigi Barbieri, il presidente del Comitato delle vittime Antonio Morelli e alcuni familiari dei bambini scomparsi.A seguire è stato proiettato Gomorra, il film di Matteo Garrone che ha vinto il gran premio speciale della giuria al festival di Cannes.
Molisecinema tour continua fino al 23 agosto con questo programma:
18 AGOSTO RIPABOTTONI21: Corti21.30: Il dolce e l’amaro, di Andrea Porporati con Luigi Lo Cascio
19 AGOSTO CERCEMAGGIORE21: Corti di MoliseCinema21.30: Il mattino ha l’oro in bocca, di Francesco Patierno, con Elio Germano, Laura Chiatti
21 AGOSTO SAN MARTINO IN PENSILIS 21: Corti di MoliseCinema 21.30 Bianco e nero di Cristina Comencini, con Fabio Volo, Ambra Angiolini
22 AGOSTO SANT’ELIA A PIANISI21: Corti di MoliseCinema21.30: Non pensarci, di Gianni Zanasi, con Valerio Mastandrea, Anita Caprioli.
23 AGOSTO MONTORIO NEI FRENTANI21: Corti di MoliseCinema21.30: Lascia perdere Johnny, di Fabrizio Bentivoglio, con Toni Servillo, Ernesto Mahieux.

Fonte

domenica 3 agosto 2008

Ragazzi spariti, un vero flagello: "Per salvarli raccogliamo le impronte"

Parla Rino Monaco, commissario alle persone scomparse. Aumenta il numero di minori che si dissolvono nel nulla

Roma, 3 agosto 2008 - E’ necessario dotare i minori di una identità certa. Se vogliamo ridurre il rischio che i minori scomparsi finiscano in mano a criminali o organizzazioni che li plagiano o li abusano per le più diverse attività criminali, non ultima la pedofilia, il mio suggerimento è dotiamo i minori, tutti i minori sopra i quattro-sei anni di età, italiani e stranieri si badi bene, di una carta d’identità elettronica dotata di dati biometrici come le impronte digitali o l’immagine dell’iride». Rino Monaco, una gran carriera da poliziotto alle spalle, prefetto dal 1998 e già vicecapo della Polizia, direttore Criminalpol, dello Sco, è dall’anno scorso commissario straordinario di governo per le persone scomparse. E come ha sempre fatto, parla chiaro.
Quanti sono i minori scomparsi in Italia?«Dal 1983 al 31 gennaio 2008 sono state ricevute 12.015 denunce di scomparsa relative a italiani e 19.445 relative a stranieri. La stragrande maggioranza (10.258 italiani e 11.482 stranieri) è stata ritrovata. Ma mancano all’appello ancora 1757 italiani e ben 7963 stranieri. Molti casi riguardano allontanamenti volontari, specie da istituti e comunità di soggetti che nel frattempo sono diventati maggiorenni e quindi hanno il diritto di non dare notizia di sé, o che non hanno famiglia o hanno una famiglia disgregata che non ci dà notizie del loro ritorno. Ma ci sono ancora casi aperti. Per quanto riguarda gli italiani, quelli scomparsi per vere e proprie azioni delittuose e ancora da ritrovare sono 13, altri 9 sono stati ritrovati cadavere. E’ un fenomeno preoccupante, in costante aumento».
Secondo lei, dove finiscono questi ragazzi perduti?«Esclusi quelli sottratti da coniugi o conviventi, molti fuggono dagli istituti, dalle famiglie. Sono esposti, indifesi e finiscono dove capita. Si perdono. Finiscono per la strada. Molti finiscono vittime di persone senza scrupoli, se non di sette. O, molto spesso, sono preda della droga. Altri, specie quelli scappati da istituti, finiscono per tornare a delinquere. E le loro rischiano di essere vite bruciate».
Quanto conta il fatto che spesso alle spalle ci siano famiglie distratte o, peggio, in forte disagio?«Molto, e molto indubbiamente può e deve fare la famiglia. Ma non c’è solo la famiglia. Tanto può fare la scuola. Perché molti casi di abbandono volontario hanno come premessa l’abbandono scolastico, che può fare essere la spia di un disagio, e come tale andrebbe colto per tempo dagli educatori. E molto possono fare i servizi sociali, seguendo chi fa uso di droghe o ha disagi psicologici. E infatti una delle proposte che io ho fatto alla commissione parlamentare per l’infanzia è stata di migliorare il coordinamento tra le istituzioni. Ma la soluzione è in un ventaglio di interventi che prevede la creazione di una banca dati omogenea, ma anche di un sistema che attivi tutti i dispositivi elettronici come le telecamere cittadine, di banche e supermercati, e ancora preveda l’inserimento delle note di ricerca via radio sulle trasmittenti dei radiotaxi o sui baracchini dei camionisti, sui cellulari degli appartenenti alle associazioni di volontariato…».
Ma lei dice che serve anche la carta d’identità biometrica. E la privacy?«Guardi, io ho sacrosanto rispetto della privacy, ma avere i i dati biometrici di un bambino scomparso può davvero essere uno strumento decisivo, è qualcosa a loro assoluta tutela e garanzia. Ricorda la vicenda di Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara nel 2004? Quante volte si è detto che la bambina era stata ritrovata e poi si è rimasti con un pugno di mosche in mano? Se avessimo avuto i suoi dati biometrici sarebbe stato facile risolvere con certezza i molti casi di presunto riconoscimento che ci sono stati. La mia è una riflessione da addetto ai lavori, che offro sommessamente al Parlamento. Pensateci».

di Alessandro Farruggia

venerdì 1 agosto 2008

Cesena: al ministro Maroni il "libro nero dei bambini scomparsi" di Caterina Boschetti

CESENA - Cesena arriva sul tavolo del Ministro dell'Interno Maroni. Nei giorni scorsi l'inchiesta giornalistica "Il libro nero dei bambini scomparsi", realizzata dalla cesenate Caterina Boschetti e pubblicata da Newton Compton Editori (p. 480, 9,90 euro) è stato consegnata al Ministro Roberto Maroni.
Il libro, pubblicato lo scorso 25 maggio, in occasione della Giornata Mondiale dei bambini scomparsi, e presentato anche sulle reti Rai, è nato dalla storia della giovane Cristina Golinucci (sparita da Cesena nel '92 e mai più ritrovata) e dall'impegno di sua madre Marisa, che oggi è la presidente della Associazione Penelope - Comitato Emilia Romagna.
Per mano di Elisa Pozza Tasca, presidente nazionale dell'associazione, il Ministro dell'Interno Roberto Maroni ha ricevuto personalmente nei giorni scorsi il volume, nel tentativo della Onlus di portare avanti il Disegno di Legge sugli scomparsi presentato nel 2006 e tuttora in stand by. Forse non è un caso che il libro sia finito nelle mani del Ministro Maroni, che nelle scorse settimane ha proposto di "mappare" i minori rom tramite le impronte digitali. Il volume, infatti, affronta il dramma dei "bambini invisibili" in un capitolo ad hoc: attraverso i dati forniti a Caterina Boschetti dalla Sezione Minori Scomparsi della Polizia di Stato sono purtroppo molto frequenti i casi di bambini rom venduti per accattonaggio, furti e per borseggi.

"La condizione attuale del mondo nomade/rom - spiega il commissario capo della Sezione Chiara Giacomantonio - è piuttosto delicata. In primo luogo vorrei sfatare il luogo comune che i bambini vengano rapiti dai rom, perché non è vero. I rom rapiscono i loro bambini. (...)Questo avviene perché il bambino è fonte di guadagno: basti pensare che un bimbo utilizzato per chiedere l'elemosina arriva a raccogliere quasi 100 euro al giorno. Un bambino invece che viene impiegato per furtarelli e borseggi riesce a portare alla famiglia qualcosa come mille euro al giorno. Ogni minore che viene tolto alla famiglia che lo utilizza per tali scopi è un bene preziosissimo, che va protetto e salvaguardato. Naturalmente questo non avviene sempre. Abbiamo esempi di bambini e famiglie rom perfettamente integrati nella società; ma come forze dell'ordine noi dobbiamo monitorare soprattutto laddove i bambini vengono invece usati per compiere attività illecite."

Fonte

sabato 17 maggio 2008

14 anni, ammazzata dai coetanei…

È morta per asfissia da strangolamento Lorena Cultraro (nella foto a sinistra), la ragazza di 14 anni uccisa e gettata in una cisterna nelle campagne di Niscemi. Lo ha stabilito il medico legale che venerdì 16 ha effettuato l’autopsia sul cadavere.
La ragazza ha lividi sul corpo e sul viso, causati dai calci e dai pugni ricevuti prima di essere strangolata con il cavo di un’antenna tv.
Il medico ha asportato l’utero per effettuare analisi più approfondite con l’obiettivo di stabilire se Lorena poteva essere incinta, come sostenuto dai tre ragazzi arrestati dai carabinieri con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. L’esito si conoscerà nei prossimi giorni.
Intanto sabato si svolgeranno nella Chiesa Madre di Niscemi i funerali di Lorena. E il paese sarà in lutto, come proclamato dal sindaco Giovanni Di Martino.
Dopo aver confessato il delitto, uno dei tre ragazzi ha chiesto al giudice se poteva andare a casa. Secondo il Giornale di Sicilia, nella caserma dei carabinieri di Niscemi, aveva appena finito di raccontare agli investigatori e al magistrato l’orrore dell’omicidio. Quando ha finito avrebbe detto:

“Signor giudice, le ho confessato tutto. Ora posso andare a casa?”. A quel punto, riferisce il quotidiano, il magistrato del tribunale dei minori gli ha gridato: “Ma lo capisci che hai confessato un omicidio? Ma dove vuoi andare?”.

Ieri il gip ha confermato il fermo dei tre minorenni che hanno confessato di aver ucciso la ragazzina, trovata morta in un pozzo martedì scorso. Nessuno dei tre giovani, tutti minorenni, potrà essere condannato all’ergastolo. La pena massima prevista dal codice è di trent’anni, con la possibilità di una riduzione di pena fino a un terzo.
I calci, i pugni e gli schiaffi prima dell’omicidio i tre ragazzi (di 15, 16 e 17 anni) li avevano confessati anche prima dell’autopsia.

Avevano detto di aver massacrato di botte Lorena e di averla tolta di mezzo perché i loro incontri a sfondo sessuale e il rischio che lei fosse rimasta incinta li avrebbe messi nei guai con le rispettive fidanzatine.

Fino al giorno del ritrovamento del corpo di Lorena avevano però cercato di depistare le indagini, fornendo ai carabinieri false informazioni sui movimenti della ragazza e sugli orari dei loro spostamenti effettuati il 30 aprile scorso, giorno in cui la quattordicenne è stata uccisa. E il 13 maggio scorso, quando l’agricoltore Paolo Avila di 68 anni, denuncia alle 12.30 ai carabinieri di aver trovato un cadavere nella propria cisterna in campagna, la notizia raggiunge subito i tre responsabili del delitto, che nel frattempo avevano già i telefoni sotto controllo, perché sospettati.
Alle 13.02 Giuseppe chiama Domenico e lo avvisa che “Lorena è stata trovata dentro un pozzo” e l’amico gli risponde di informarsi “se è vero”. Dalla conversazione colpisce l’atteggiamento di Domenico, che è alquanto freddo, distaccato e tranquillo alla notizia appresa da Giuseppe. Quest’ultimo, però, appare preoccupato. Domenico si mette subito al telefono e chiama Alessandro, il più piccolo del gruppo, e gli dice: “Vieni a casa mia che ti devo dire una cosa”. Anche in questo caso emerge il carattere autoritario o meglio prevalente rispetto agli altri due ragazzi.

Proprio Domenico che invia l’sms con il quale comunica ad Alessandro che si doveva “ammazzare Lorena”.

Il quadro complessivo viene poi tracciato da Alessandro, che ricostruisce le fasi del delitto. Accuse poi confermate davanti ai carabinieri dagli altri due complici.
Fonte

Il padre di uno dei ragazzini:
Perdono. Per sé, ma non per il figlio che ha confessato l’assurdo omicidio di Lorena Cultraro.Chiede di essere perdonato il padre di uno dei ragazzi minorenni, autoaccusatisi del delitto della 14enne di Niscemi, provincia di Caltanissetta. Un ragazzina picchiata con calci e pugni, strangolata con un’antenna tv. Gettata in un pozzo come nei peggiori film dell’orrore.

Al TgRai Sicilia l’uomo, che non era inquadrato in volto, condanna senza mezzi termini il gesto del figlio: “Se è vero che lo ha fatto - dice - non lo perdono neppure io. Porgo ai genitori di Lorena le mie più sentite condoglianze e chiedo loro di perdonare me, non mio figlio. Ho vergogna persino di uscire da casa”.
Fonte

Signor Giudice ho confessato l’omicidio, posso andare a casa…
E sono, coetanei, ragazzini di 14 anni o poco più, senza coscienza della vita e del dolore, per aver ammazzato una loro “amichetta”…
Quanto timore della legge possono avere “ragazzini” che “ragionano” in questo modo ?
Ma soprattutto:
Perchè ?
Chi accusare in questi casi, la famiglia o la società ?

venerdì 16 maggio 2008

Lettera della mamma di Denise Pipitone

Home Page siti ufficiali
www.cerchiamodenise.it www.cerchiamodenise.org

Mi sento Sdegnata, Rammaricata, e Offesa nel mio dolore di madre e genitore

Mi sento Sdegnata, Rammaricata, e Offesa nel mio dolore di madre e genitore.
Nella trasmissione di Rai Tre CHI L'HA VISTO? nella puntata di Lunedì 12 Maggio 2008, sono stata invitata ad un collegamento televisivo da Marsala (Trapani) per un incontro con l' ospite in studio a Roma, Massimo Converso, Presidente Nazionale dell'Opera Nomadi, l'associazione che "si fa mediatrice tra i pubblici poteri ed i gruppi di rom e sinti per la tutela dei loro diritti e per favorire interventi specifici atti a sanare le situazioni di svantaggio".
In accordo con il mio legale, presente al collegamento, ci aspettavamo di poter ricevere dal rappresentante di questa istituzione un profondo ed accorato senso di solidarietà nei confronti della mia bimba, attraverso un semplice ma significativo gesto: un appello da parte del Presidente a tutte le comunità ROM in Italia, perché fossero sensibilizzate ulteriormente verso la problematica del sequestro di Denise.Invece ho ricevuto al contrario la chiara manifestazione di indifferenza al problema, e personalmente mi sono sentita offesa da questo atteggiamento freddo e cinico, anche considerando che sono state messe in discussione le attività comprovate di indagine svolte dalle nostre autorità, quali R.I.S, PROCURA e INQUIRENTI.Ci siamo domandati se per caso un atteggiamento così refrattario verso di noi non rischi involontariamente di trasmettere alle comunità nomadi ROM, un messaggio di disinteresse verso il problema: questo sarebbe GRAVISSIMO!
La collaborazione dell'Opera Nomadi era ritenuta importante sotto il profilo delle ricerche in virtù del primo avvistamento di una minore a distanza di un mese e mezzo dal sequestro. Ricordiamo infatti che il 18 Ottobre 2004, a Milano, una guardia giurata ha notato una bambina molto somigliante a Denise accompagnata da un gruppo Rom, ed ha girato tre videoclip con il cellulare da dove poi sono stati estrapolati dei fotogrammi attualmente utilizzati dalla Polizia di Stato. Tutti possono osservare la somiglianza a questo link:http://it.missingkids.com/missingkids/servlet/PageServlet?LanguageCountry=it_IT&PageId=1931
Questa minore non è mai stata individuata, nonostante i numerosi appelli da parte mia al fine di poterla identificare con certezza. Il mio intento era infatti quello di poter escludere in modo preciso che si trattasse proprio di Denise o quantomeno di poter capire meglio la dinamica dei fatti. Invero, i R.I.S di Messina, dagli esami effettuati sui fotogrammi, hanno però confermato un'alta probabilità che si tratti proprio di Denise. Inoltre in uno dei videoclip, si sente la donna (la "presunta madre") che dice alla bimba "Danàs" e Lei che risponde (si noti bene) in perfetto italiano: "Dove mi porti?".
Nonostante queste evidenze, nessuno, né io né il mio studio legale, né gli inquirenti, hanno mai detto che i Rom hanno rapito Denise da casa, ma si è sempre parlato di un possibile secondo passaggio, o "gestione del sequestro". In tale scenario Denise potrebbe già trovarsi sistemata con un'altra famiglia.Nonostante il lavoro meticoloso svolto a partire dall'Ottobre 2004, dal Dott. Rizzi, allora Capo della squadra mobile di Milano, e i vari appelli fatti per il ritrovamento o per qualsiasi notizia utile assicurando anche un premio in denaro, nessuno ha mai collaborato. Addirittura era stato pensato e annunciato pubblicamente di voler concedere in via straordinaria un permesso di soggiorno nel caso il suddetto gruppo di rom non si trovasse in regola con le leggi Italiane e quindi avesse timore di presentarsi per il riconoscimento della minore.Per tutti questi motivi noi famigliari avevamo davvero creduto nella possibilità di essere sostenuti da parte dell'organizzazione che nel nostro paese rappresenta le istanze dei nomadi ROM verso le istituzioni, a simbolo di collaborazione tra le parti e di convivenza civile.Invece durante la trasmissione tutto è diventato polemico e sterile: io mi sento profondamente delusa, amareggiata e anche offesa da questo atteggiamento poco collaborativo, e come me le migliaia di telespettatori che hanno seguito la trasmissione e che mi hanno inviato tantissime e-mail di disappunto da un lato e di solidarietà per mia figlia dall'altro, italiani che io ringrazio dal profondo del cuore per il sostegno morale che mi stanno dando.Auspico che le istituzione tutte, i singoli cittadini e tutti coloro che abbiano compreso la gravità di questa situazione possano intervenire con grande compattezza contro i muri di gomma e per una maggiore chiarezza all'insegna della civiltà e della legalità, per una società di vera giustizia. Mazara Del Vallo 14/05/2008 Pietra Maggio

martedì 13 maggio 2008

Un aiuto per i bambini birmani

EMERGENZA CICLONE IN MYANMAR

Il ciclone Nargis ha fatto già decine di migliaia di vittime.

Per i sopravvissuti è indispensabile il tuo aiuto!

L'UNICEF sta distribuendo acqua, cibo, medicine e
beni di primo soccorso per i bambini birmani e per le loro famigliel

DONA ONLINE ADESSO

SMS SOLIDALE 48581

Per informazioni
Clicca qui