sabato 17 maggio 2008

14 anni, ammazzata dai coetanei…

È morta per asfissia da strangolamento Lorena Cultraro (nella foto a sinistra), la ragazza di 14 anni uccisa e gettata in una cisterna nelle campagne di Niscemi. Lo ha stabilito il medico legale che venerdì 16 ha effettuato l’autopsia sul cadavere.
La ragazza ha lividi sul corpo e sul viso, causati dai calci e dai pugni ricevuti prima di essere strangolata con il cavo di un’antenna tv.
Il medico ha asportato l’utero per effettuare analisi più approfondite con l’obiettivo di stabilire se Lorena poteva essere incinta, come sostenuto dai tre ragazzi arrestati dai carabinieri con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. L’esito si conoscerà nei prossimi giorni.
Intanto sabato si svolgeranno nella Chiesa Madre di Niscemi i funerali di Lorena. E il paese sarà in lutto, come proclamato dal sindaco Giovanni Di Martino.
Dopo aver confessato il delitto, uno dei tre ragazzi ha chiesto al giudice se poteva andare a casa. Secondo il Giornale di Sicilia, nella caserma dei carabinieri di Niscemi, aveva appena finito di raccontare agli investigatori e al magistrato l’orrore dell’omicidio. Quando ha finito avrebbe detto:

“Signor giudice, le ho confessato tutto. Ora posso andare a casa?”. A quel punto, riferisce il quotidiano, il magistrato del tribunale dei minori gli ha gridato: “Ma lo capisci che hai confessato un omicidio? Ma dove vuoi andare?”.

Ieri il gip ha confermato il fermo dei tre minorenni che hanno confessato di aver ucciso la ragazzina, trovata morta in un pozzo martedì scorso. Nessuno dei tre giovani, tutti minorenni, potrà essere condannato all’ergastolo. La pena massima prevista dal codice è di trent’anni, con la possibilità di una riduzione di pena fino a un terzo.
I calci, i pugni e gli schiaffi prima dell’omicidio i tre ragazzi (di 15, 16 e 17 anni) li avevano confessati anche prima dell’autopsia.

Avevano detto di aver massacrato di botte Lorena e di averla tolta di mezzo perché i loro incontri a sfondo sessuale e il rischio che lei fosse rimasta incinta li avrebbe messi nei guai con le rispettive fidanzatine.

Fino al giorno del ritrovamento del corpo di Lorena avevano però cercato di depistare le indagini, fornendo ai carabinieri false informazioni sui movimenti della ragazza e sugli orari dei loro spostamenti effettuati il 30 aprile scorso, giorno in cui la quattordicenne è stata uccisa. E il 13 maggio scorso, quando l’agricoltore Paolo Avila di 68 anni, denuncia alle 12.30 ai carabinieri di aver trovato un cadavere nella propria cisterna in campagna, la notizia raggiunge subito i tre responsabili del delitto, che nel frattempo avevano già i telefoni sotto controllo, perché sospettati.
Alle 13.02 Giuseppe chiama Domenico e lo avvisa che “Lorena è stata trovata dentro un pozzo” e l’amico gli risponde di informarsi “se è vero”. Dalla conversazione colpisce l’atteggiamento di Domenico, che è alquanto freddo, distaccato e tranquillo alla notizia appresa da Giuseppe. Quest’ultimo, però, appare preoccupato. Domenico si mette subito al telefono e chiama Alessandro, il più piccolo del gruppo, e gli dice: “Vieni a casa mia che ti devo dire una cosa”. Anche in questo caso emerge il carattere autoritario o meglio prevalente rispetto agli altri due ragazzi.

Proprio Domenico che invia l’sms con il quale comunica ad Alessandro che si doveva “ammazzare Lorena”.

Il quadro complessivo viene poi tracciato da Alessandro, che ricostruisce le fasi del delitto. Accuse poi confermate davanti ai carabinieri dagli altri due complici.
Fonte

Il padre di uno dei ragazzini:
Perdono. Per sé, ma non per il figlio che ha confessato l’assurdo omicidio di Lorena Cultraro.Chiede di essere perdonato il padre di uno dei ragazzi minorenni, autoaccusatisi del delitto della 14enne di Niscemi, provincia di Caltanissetta. Un ragazzina picchiata con calci e pugni, strangolata con un’antenna tv. Gettata in un pozzo come nei peggiori film dell’orrore.

Al TgRai Sicilia l’uomo, che non era inquadrato in volto, condanna senza mezzi termini il gesto del figlio: “Se è vero che lo ha fatto - dice - non lo perdono neppure io. Porgo ai genitori di Lorena le mie più sentite condoglianze e chiedo loro di perdonare me, non mio figlio. Ho vergogna persino di uscire da casa”.
Fonte

Signor Giudice ho confessato l’omicidio, posso andare a casa…
E sono, coetanei, ragazzini di 14 anni o poco più, senza coscienza della vita e del dolore, per aver ammazzato una loro “amichetta”…
Quanto timore della legge possono avere “ragazzini” che “ragionano” in questo modo ?
Ma soprattutto:
Perchè ?
Chi accusare in questi casi, la famiglia o la società ?

venerdì 16 maggio 2008

Lettera della mamma di Denise Pipitone

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Mi sento Sdegnata, Rammaricata, e Offesa nel mio dolore di madre e genitore

Mi sento Sdegnata, Rammaricata, e Offesa nel mio dolore di madre e genitore.
Nella trasmissione di Rai Tre CHI L'HA VISTO? nella puntata di Lunedì 12 Maggio 2008, sono stata invitata ad un collegamento televisivo da Marsala (Trapani) per un incontro con l' ospite in studio a Roma, Massimo Converso, Presidente Nazionale dell'Opera Nomadi, l'associazione che "si fa mediatrice tra i pubblici poteri ed i gruppi di rom e sinti per la tutela dei loro diritti e per favorire interventi specifici atti a sanare le situazioni di svantaggio".
In accordo con il mio legale, presente al collegamento, ci aspettavamo di poter ricevere dal rappresentante di questa istituzione un profondo ed accorato senso di solidarietà nei confronti della mia bimba, attraverso un semplice ma significativo gesto: un appello da parte del Presidente a tutte le comunità ROM in Italia, perché fossero sensibilizzate ulteriormente verso la problematica del sequestro di Denise.Invece ho ricevuto al contrario la chiara manifestazione di indifferenza al problema, e personalmente mi sono sentita offesa da questo atteggiamento freddo e cinico, anche considerando che sono state messe in discussione le attività comprovate di indagine svolte dalle nostre autorità, quali R.I.S, PROCURA e INQUIRENTI.Ci siamo domandati se per caso un atteggiamento così refrattario verso di noi non rischi involontariamente di trasmettere alle comunità nomadi ROM, un messaggio di disinteresse verso il problema: questo sarebbe GRAVISSIMO!
La collaborazione dell'Opera Nomadi era ritenuta importante sotto il profilo delle ricerche in virtù del primo avvistamento di una minore a distanza di un mese e mezzo dal sequestro. Ricordiamo infatti che il 18 Ottobre 2004, a Milano, una guardia giurata ha notato una bambina molto somigliante a Denise accompagnata da un gruppo Rom, ed ha girato tre videoclip con il cellulare da dove poi sono stati estrapolati dei fotogrammi attualmente utilizzati dalla Polizia di Stato. Tutti possono osservare la somiglianza a questo link:http://it.missingkids.com/missingkids/servlet/PageServlet?LanguageCountry=it_IT&PageId=1931
Questa minore non è mai stata individuata, nonostante i numerosi appelli da parte mia al fine di poterla identificare con certezza. Il mio intento era infatti quello di poter escludere in modo preciso che si trattasse proprio di Denise o quantomeno di poter capire meglio la dinamica dei fatti. Invero, i R.I.S di Messina, dagli esami effettuati sui fotogrammi, hanno però confermato un'alta probabilità che si tratti proprio di Denise. Inoltre in uno dei videoclip, si sente la donna (la "presunta madre") che dice alla bimba "Danàs" e Lei che risponde (si noti bene) in perfetto italiano: "Dove mi porti?".
Nonostante queste evidenze, nessuno, né io né il mio studio legale, né gli inquirenti, hanno mai detto che i Rom hanno rapito Denise da casa, ma si è sempre parlato di un possibile secondo passaggio, o "gestione del sequestro". In tale scenario Denise potrebbe già trovarsi sistemata con un'altra famiglia.Nonostante il lavoro meticoloso svolto a partire dall'Ottobre 2004, dal Dott. Rizzi, allora Capo della squadra mobile di Milano, e i vari appelli fatti per il ritrovamento o per qualsiasi notizia utile assicurando anche un premio in denaro, nessuno ha mai collaborato. Addirittura era stato pensato e annunciato pubblicamente di voler concedere in via straordinaria un permesso di soggiorno nel caso il suddetto gruppo di rom non si trovasse in regola con le leggi Italiane e quindi avesse timore di presentarsi per il riconoscimento della minore.Per tutti questi motivi noi famigliari avevamo davvero creduto nella possibilità di essere sostenuti da parte dell'organizzazione che nel nostro paese rappresenta le istanze dei nomadi ROM verso le istituzioni, a simbolo di collaborazione tra le parti e di convivenza civile.Invece durante la trasmissione tutto è diventato polemico e sterile: io mi sento profondamente delusa, amareggiata e anche offesa da questo atteggiamento poco collaborativo, e come me le migliaia di telespettatori che hanno seguito la trasmissione e che mi hanno inviato tantissime e-mail di disappunto da un lato e di solidarietà per mia figlia dall'altro, italiani che io ringrazio dal profondo del cuore per il sostegno morale che mi stanno dando.Auspico che le istituzione tutte, i singoli cittadini e tutti coloro che abbiano compreso la gravità di questa situazione possano intervenire con grande compattezza contro i muri di gomma e per una maggiore chiarezza all'insegna della civiltà e della legalità, per una società di vera giustizia. Mazara Del Vallo 14/05/2008 Pietra Maggio

martedì 13 maggio 2008

Un aiuto per i bambini birmani

EMERGENZA CICLONE IN MYANMAR

Il ciclone Nargis ha fatto già decine di migliaia di vittime.

Per i sopravvissuti è indispensabile il tuo aiuto!

L'UNICEF sta distribuendo acqua, cibo, medicine e
beni di primo soccorso per i bambini birmani e per le loro famigliel

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SMS SOLIDALE 48581

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