giovedì 11 settembre 2008

Caso Denise, trovata a Kos bimba che parla italiano

Nella foto Denise Pipitone (Infophoto)
La donna che era con lei fermata a fine luglio per dei permessi di soggiorno rubati
Per l'Interpol non è escluso che sia la bambina scomparsa quattro anni fa in Sicilia. La piccola dall'età apparente di 6-9 anni era in compagnia di una rom, che da test effettuati in Grecia è risultata non essere la madre naturale, e di un ragazzo. Ad avvertire gli agenti una turista italiana. Inviato in Italia un campione del Dna per il riscontro. Piera Maggio: ''Il taglio degli occhi è uguale a quello di mia figlia, ma aspetto l'esito degli esami''

Atene, 11 set. (Adnkronos/Ign) - Gli inquirenti sono al lavoro ad Atene su un campione del Dna prelevato alla bambina che somiglierebbe a Denise Pipitone, la piccola scomparsa il 1 settembre 2004 a Mazara del Vallo (Tp) mentre giocava davanti alla casa della nonna. Stando a quanto conferma l'agenzia di stampa greca 'Ana', la polizia dell'isola greca di Kos ha arrestato una donna di 29 anni, rom d'origine albanese, che aveva in custodia la bambina dall'età apparente di 6-9 anni. Oltre alla donna, secondo l'agenzia 'Ana', in compagnia della bambina c'era anche un ragazzo, di cui non è stata precisata l'età.

La bimba a differenza della donna, che in un primo momento aveva affermato di essere la madre, parla perfettamente l'italiano. La segnalazione alla polizia è stata fatta in Italia da una turista italiana al suo rientro dalle vacanze sull'isola greca, dove è stata avvicinata dalla rom e dalla bambina che gli proponevano l'acquisto di un braccialetto. Le nostre autorità, quindi, hanno immediatamente interessato attivato l'Interpol oltre alla polizia greca.

La rom d'origine albanese è stata fermata lo scorso 28 luglio e si trova sotto processo per aver presentato dei permessi di soggiorno che sarebbero stati rubati a Thiba. I giudici hanno già emesso una sentenza di esplusione a suo carico ma, stando a quanto precisano fonti investigative, al momento è trattenuta in Grecia.

L'Interpol, attivata dalla polizia greca, ha inviato in Italia un campione del Dna della piccola nell'ipotesi che possa trattarsi di Denise Pipitone, scomparsa quattro anni fa in Sicilia mentre giocava in pieno giorno nel giardino della sua casa.

Intanto a Mazara del Vallo (Trapani), Piera Maggio la madre di Denise cerca di non illudersi. "Aspetto l'esito degli esami del Dna, ma voglio restare con i piedi per terra. Non mi voglio illudere più di tanto. Sono arrivate in passato molte segnalazioni", ha detto parlando con i giornalisti che l'hanno contattata.

I carabinieri hanno mostrato alla donna, che non ha mai perso la speranza di rivedere la figlia, le foto della bambina dell'isola greca. ''Il taglio degli occhi è uguale a quello di Denise - ha commentato Piera Maggio - Ma non basta''. Negli utlimi anni sono state decine le segnalazioni, ma si sono rivelate falsi allarmi. Ecco perché la madre di Denise ha detto che preferisce rimanere "con i piedi per terra''.

Fonti investigative, contattate dall'ADNKRONOS, mantengono per ora una certa cautela sottolineando che ''in questi anni sono state esaminate decine e decine di segnalazioni relative a bambine che assomigliavano a Denise, purtroppo finora tutte con esito negativo''.

mercoledì 13 agosto 2008

SAN GIULIANO DI PUGLIA. Al via ieri sera la sezione itinerante di Molise Cinema

SAN GIULIANO DI PUGLIA. E' iniziato nella serata di ieri, nell'insediamento temporaneo di San Giuliano di Puglia, “MoliseCinema tour”, la parte itinerante del festival cinematografico molisano che durerà fino al 23 agosto toccando altri centri della provincia di Campobasso.
Un appuntamento molto particolare, quello di San Giuliano, che ha visto in apertura la presentazione di “Filastrocca all'albicocca”, il corto di animazione prodotto da MoliseCinema e ispirato alla tragedia del terremoto del 31 ottobre 2002 in cui persero la vita 27 bambini e una maestra.
Alla presenza degli abitanti del paese, il corto, con le voci narranti di Filippo Nigro e Claudia Pandolfi, ha reso omaggio con delicatezza alle piccole vittime di quella tragedia, suscitando emozione e commozione. Erano presenti il sindaco Luigi Barbieri, il presidente del Comitato delle vittime Antonio Morelli e alcuni familiari dei bambini scomparsi.A seguire è stato proiettato Gomorra, il film di Matteo Garrone che ha vinto il gran premio speciale della giuria al festival di Cannes.
Molisecinema tour continua fino al 23 agosto con questo programma:
18 AGOSTO RIPABOTTONI21: Corti21.30: Il dolce e l’amaro, di Andrea Porporati con Luigi Lo Cascio
19 AGOSTO CERCEMAGGIORE21: Corti di MoliseCinema21.30: Il mattino ha l’oro in bocca, di Francesco Patierno, con Elio Germano, Laura Chiatti
21 AGOSTO SAN MARTINO IN PENSILIS 21: Corti di MoliseCinema 21.30 Bianco e nero di Cristina Comencini, con Fabio Volo, Ambra Angiolini
22 AGOSTO SANT’ELIA A PIANISI21: Corti di MoliseCinema21.30: Non pensarci, di Gianni Zanasi, con Valerio Mastandrea, Anita Caprioli.
23 AGOSTO MONTORIO NEI FRENTANI21: Corti di MoliseCinema21.30: Lascia perdere Johnny, di Fabrizio Bentivoglio, con Toni Servillo, Ernesto Mahieux.

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domenica 3 agosto 2008

Ragazzi spariti, un vero flagello: "Per salvarli raccogliamo le impronte"

Parla Rino Monaco, commissario alle persone scomparse. Aumenta il numero di minori che si dissolvono nel nulla

Roma, 3 agosto 2008 - E’ necessario dotare i minori di una identità certa. Se vogliamo ridurre il rischio che i minori scomparsi finiscano in mano a criminali o organizzazioni che li plagiano o li abusano per le più diverse attività criminali, non ultima la pedofilia, il mio suggerimento è dotiamo i minori, tutti i minori sopra i quattro-sei anni di età, italiani e stranieri si badi bene, di una carta d’identità elettronica dotata di dati biometrici come le impronte digitali o l’immagine dell’iride». Rino Monaco, una gran carriera da poliziotto alle spalle, prefetto dal 1998 e già vicecapo della Polizia, direttore Criminalpol, dello Sco, è dall’anno scorso commissario straordinario di governo per le persone scomparse. E come ha sempre fatto, parla chiaro.
Quanti sono i minori scomparsi in Italia?«Dal 1983 al 31 gennaio 2008 sono state ricevute 12.015 denunce di scomparsa relative a italiani e 19.445 relative a stranieri. La stragrande maggioranza (10.258 italiani e 11.482 stranieri) è stata ritrovata. Ma mancano all’appello ancora 1757 italiani e ben 7963 stranieri. Molti casi riguardano allontanamenti volontari, specie da istituti e comunità di soggetti che nel frattempo sono diventati maggiorenni e quindi hanno il diritto di non dare notizia di sé, o che non hanno famiglia o hanno una famiglia disgregata che non ci dà notizie del loro ritorno. Ma ci sono ancora casi aperti. Per quanto riguarda gli italiani, quelli scomparsi per vere e proprie azioni delittuose e ancora da ritrovare sono 13, altri 9 sono stati ritrovati cadavere. E’ un fenomeno preoccupante, in costante aumento».
Secondo lei, dove finiscono questi ragazzi perduti?«Esclusi quelli sottratti da coniugi o conviventi, molti fuggono dagli istituti, dalle famiglie. Sono esposti, indifesi e finiscono dove capita. Si perdono. Finiscono per la strada. Molti finiscono vittime di persone senza scrupoli, se non di sette. O, molto spesso, sono preda della droga. Altri, specie quelli scappati da istituti, finiscono per tornare a delinquere. E le loro rischiano di essere vite bruciate».
Quanto conta il fatto che spesso alle spalle ci siano famiglie distratte o, peggio, in forte disagio?«Molto, e molto indubbiamente può e deve fare la famiglia. Ma non c’è solo la famiglia. Tanto può fare la scuola. Perché molti casi di abbandono volontario hanno come premessa l’abbandono scolastico, che può fare essere la spia di un disagio, e come tale andrebbe colto per tempo dagli educatori. E molto possono fare i servizi sociali, seguendo chi fa uso di droghe o ha disagi psicologici. E infatti una delle proposte che io ho fatto alla commissione parlamentare per l’infanzia è stata di migliorare il coordinamento tra le istituzioni. Ma la soluzione è in un ventaglio di interventi che prevede la creazione di una banca dati omogenea, ma anche di un sistema che attivi tutti i dispositivi elettronici come le telecamere cittadine, di banche e supermercati, e ancora preveda l’inserimento delle note di ricerca via radio sulle trasmittenti dei radiotaxi o sui baracchini dei camionisti, sui cellulari degli appartenenti alle associazioni di volontariato…».
Ma lei dice che serve anche la carta d’identità biometrica. E la privacy?«Guardi, io ho sacrosanto rispetto della privacy, ma avere i i dati biometrici di un bambino scomparso può davvero essere uno strumento decisivo, è qualcosa a loro assoluta tutela e garanzia. Ricorda la vicenda di Denise Pipitone, la bambina scomparsa a Mazara nel 2004? Quante volte si è detto che la bambina era stata ritrovata e poi si è rimasti con un pugno di mosche in mano? Se avessimo avuto i suoi dati biometrici sarebbe stato facile risolvere con certezza i molti casi di presunto riconoscimento che ci sono stati. La mia è una riflessione da addetto ai lavori, che offro sommessamente al Parlamento. Pensateci».

di Alessandro Farruggia

venerdì 1 agosto 2008

Cesena: al ministro Maroni il "libro nero dei bambini scomparsi" di Caterina Boschetti

CESENA - Cesena arriva sul tavolo del Ministro dell'Interno Maroni. Nei giorni scorsi l'inchiesta giornalistica "Il libro nero dei bambini scomparsi", realizzata dalla cesenate Caterina Boschetti e pubblicata da Newton Compton Editori (p. 480, 9,90 euro) è stato consegnata al Ministro Roberto Maroni.
Il libro, pubblicato lo scorso 25 maggio, in occasione della Giornata Mondiale dei bambini scomparsi, e presentato anche sulle reti Rai, è nato dalla storia della giovane Cristina Golinucci (sparita da Cesena nel '92 e mai più ritrovata) e dall'impegno di sua madre Marisa, che oggi è la presidente della Associazione Penelope - Comitato Emilia Romagna.
Per mano di Elisa Pozza Tasca, presidente nazionale dell'associazione, il Ministro dell'Interno Roberto Maroni ha ricevuto personalmente nei giorni scorsi il volume, nel tentativo della Onlus di portare avanti il Disegno di Legge sugli scomparsi presentato nel 2006 e tuttora in stand by. Forse non è un caso che il libro sia finito nelle mani del Ministro Maroni, che nelle scorse settimane ha proposto di "mappare" i minori rom tramite le impronte digitali. Il volume, infatti, affronta il dramma dei "bambini invisibili" in un capitolo ad hoc: attraverso i dati forniti a Caterina Boschetti dalla Sezione Minori Scomparsi della Polizia di Stato sono purtroppo molto frequenti i casi di bambini rom venduti per accattonaggio, furti e per borseggi.

"La condizione attuale del mondo nomade/rom - spiega il commissario capo della Sezione Chiara Giacomantonio - è piuttosto delicata. In primo luogo vorrei sfatare il luogo comune che i bambini vengano rapiti dai rom, perché non è vero. I rom rapiscono i loro bambini. (...)Questo avviene perché il bambino è fonte di guadagno: basti pensare che un bimbo utilizzato per chiedere l'elemosina arriva a raccogliere quasi 100 euro al giorno. Un bambino invece che viene impiegato per furtarelli e borseggi riesce a portare alla famiglia qualcosa come mille euro al giorno. Ogni minore che viene tolto alla famiglia che lo utilizza per tali scopi è un bene preziosissimo, che va protetto e salvaguardato. Naturalmente questo non avviene sempre. Abbiamo esempi di bambini e famiglie rom perfettamente integrati nella società; ma come forze dell'ordine noi dobbiamo monitorare soprattutto laddove i bambini vengono invece usati per compiere attività illecite."

Fonte

sabato 17 maggio 2008

14 anni, ammazzata dai coetanei…

È morta per asfissia da strangolamento Lorena Cultraro (nella foto a sinistra), la ragazza di 14 anni uccisa e gettata in una cisterna nelle campagne di Niscemi. Lo ha stabilito il medico legale che venerdì 16 ha effettuato l’autopsia sul cadavere.
La ragazza ha lividi sul corpo e sul viso, causati dai calci e dai pugni ricevuti prima di essere strangolata con il cavo di un’antenna tv.
Il medico ha asportato l’utero per effettuare analisi più approfondite con l’obiettivo di stabilire se Lorena poteva essere incinta, come sostenuto dai tre ragazzi arrestati dai carabinieri con l’accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. L’esito si conoscerà nei prossimi giorni.
Intanto sabato si svolgeranno nella Chiesa Madre di Niscemi i funerali di Lorena. E il paese sarà in lutto, come proclamato dal sindaco Giovanni Di Martino.
Dopo aver confessato il delitto, uno dei tre ragazzi ha chiesto al giudice se poteva andare a casa. Secondo il Giornale di Sicilia, nella caserma dei carabinieri di Niscemi, aveva appena finito di raccontare agli investigatori e al magistrato l’orrore dell’omicidio. Quando ha finito avrebbe detto:

“Signor giudice, le ho confessato tutto. Ora posso andare a casa?”. A quel punto, riferisce il quotidiano, il magistrato del tribunale dei minori gli ha gridato: “Ma lo capisci che hai confessato un omicidio? Ma dove vuoi andare?”.

Ieri il gip ha confermato il fermo dei tre minorenni che hanno confessato di aver ucciso la ragazzina, trovata morta in un pozzo martedì scorso. Nessuno dei tre giovani, tutti minorenni, potrà essere condannato all’ergastolo. La pena massima prevista dal codice è di trent’anni, con la possibilità di una riduzione di pena fino a un terzo.
I calci, i pugni e gli schiaffi prima dell’omicidio i tre ragazzi (di 15, 16 e 17 anni) li avevano confessati anche prima dell’autopsia.

Avevano detto di aver massacrato di botte Lorena e di averla tolta di mezzo perché i loro incontri a sfondo sessuale e il rischio che lei fosse rimasta incinta li avrebbe messi nei guai con le rispettive fidanzatine.

Fino al giorno del ritrovamento del corpo di Lorena avevano però cercato di depistare le indagini, fornendo ai carabinieri false informazioni sui movimenti della ragazza e sugli orari dei loro spostamenti effettuati il 30 aprile scorso, giorno in cui la quattordicenne è stata uccisa. E il 13 maggio scorso, quando l’agricoltore Paolo Avila di 68 anni, denuncia alle 12.30 ai carabinieri di aver trovato un cadavere nella propria cisterna in campagna, la notizia raggiunge subito i tre responsabili del delitto, che nel frattempo avevano già i telefoni sotto controllo, perché sospettati.
Alle 13.02 Giuseppe chiama Domenico e lo avvisa che “Lorena è stata trovata dentro un pozzo” e l’amico gli risponde di informarsi “se è vero”. Dalla conversazione colpisce l’atteggiamento di Domenico, che è alquanto freddo, distaccato e tranquillo alla notizia appresa da Giuseppe. Quest’ultimo, però, appare preoccupato. Domenico si mette subito al telefono e chiama Alessandro, il più piccolo del gruppo, e gli dice: “Vieni a casa mia che ti devo dire una cosa”. Anche in questo caso emerge il carattere autoritario o meglio prevalente rispetto agli altri due ragazzi.

Proprio Domenico che invia l’sms con il quale comunica ad Alessandro che si doveva “ammazzare Lorena”.

Il quadro complessivo viene poi tracciato da Alessandro, che ricostruisce le fasi del delitto. Accuse poi confermate davanti ai carabinieri dagli altri due complici.
Fonte

Il padre di uno dei ragazzini:
Perdono. Per sé, ma non per il figlio che ha confessato l’assurdo omicidio di Lorena Cultraro.Chiede di essere perdonato il padre di uno dei ragazzi minorenni, autoaccusatisi del delitto della 14enne di Niscemi, provincia di Caltanissetta. Un ragazzina picchiata con calci e pugni, strangolata con un’antenna tv. Gettata in un pozzo come nei peggiori film dell’orrore.

Al TgRai Sicilia l’uomo, che non era inquadrato in volto, condanna senza mezzi termini il gesto del figlio: “Se è vero che lo ha fatto - dice - non lo perdono neppure io. Porgo ai genitori di Lorena le mie più sentite condoglianze e chiedo loro di perdonare me, non mio figlio. Ho vergogna persino di uscire da casa”.
Fonte

Signor Giudice ho confessato l’omicidio, posso andare a casa…
E sono, coetanei, ragazzini di 14 anni o poco più, senza coscienza della vita e del dolore, per aver ammazzato una loro “amichetta”…
Quanto timore della legge possono avere “ragazzini” che “ragionano” in questo modo ?
Ma soprattutto:
Perchè ?
Chi accusare in questi casi, la famiglia o la società ?

venerdì 16 maggio 2008

Lettera della mamma di Denise Pipitone

Home Page siti ufficiali
www.cerchiamodenise.it www.cerchiamodenise.org

Mi sento Sdegnata, Rammaricata, e Offesa nel mio dolore di madre e genitore

Mi sento Sdegnata, Rammaricata, e Offesa nel mio dolore di madre e genitore.
Nella trasmissione di Rai Tre CHI L'HA VISTO? nella puntata di Lunedì 12 Maggio 2008, sono stata invitata ad un collegamento televisivo da Marsala (Trapani) per un incontro con l' ospite in studio a Roma, Massimo Converso, Presidente Nazionale dell'Opera Nomadi, l'associazione che "si fa mediatrice tra i pubblici poteri ed i gruppi di rom e sinti per la tutela dei loro diritti e per favorire interventi specifici atti a sanare le situazioni di svantaggio".
In accordo con il mio legale, presente al collegamento, ci aspettavamo di poter ricevere dal rappresentante di questa istituzione un profondo ed accorato senso di solidarietà nei confronti della mia bimba, attraverso un semplice ma significativo gesto: un appello da parte del Presidente a tutte le comunità ROM in Italia, perché fossero sensibilizzate ulteriormente verso la problematica del sequestro di Denise.Invece ho ricevuto al contrario la chiara manifestazione di indifferenza al problema, e personalmente mi sono sentita offesa da questo atteggiamento freddo e cinico, anche considerando che sono state messe in discussione le attività comprovate di indagine svolte dalle nostre autorità, quali R.I.S, PROCURA e INQUIRENTI.Ci siamo domandati se per caso un atteggiamento così refrattario verso di noi non rischi involontariamente di trasmettere alle comunità nomadi ROM, un messaggio di disinteresse verso il problema: questo sarebbe GRAVISSIMO!
La collaborazione dell'Opera Nomadi era ritenuta importante sotto il profilo delle ricerche in virtù del primo avvistamento di una minore a distanza di un mese e mezzo dal sequestro. Ricordiamo infatti che il 18 Ottobre 2004, a Milano, una guardia giurata ha notato una bambina molto somigliante a Denise accompagnata da un gruppo Rom, ed ha girato tre videoclip con il cellulare da dove poi sono stati estrapolati dei fotogrammi attualmente utilizzati dalla Polizia di Stato. Tutti possono osservare la somiglianza a questo link:http://it.missingkids.com/missingkids/servlet/PageServlet?LanguageCountry=it_IT&PageId=1931
Questa minore non è mai stata individuata, nonostante i numerosi appelli da parte mia al fine di poterla identificare con certezza. Il mio intento era infatti quello di poter escludere in modo preciso che si trattasse proprio di Denise o quantomeno di poter capire meglio la dinamica dei fatti. Invero, i R.I.S di Messina, dagli esami effettuati sui fotogrammi, hanno però confermato un'alta probabilità che si tratti proprio di Denise. Inoltre in uno dei videoclip, si sente la donna (la "presunta madre") che dice alla bimba "Danàs" e Lei che risponde (si noti bene) in perfetto italiano: "Dove mi porti?".
Nonostante queste evidenze, nessuno, né io né il mio studio legale, né gli inquirenti, hanno mai detto che i Rom hanno rapito Denise da casa, ma si è sempre parlato di un possibile secondo passaggio, o "gestione del sequestro". In tale scenario Denise potrebbe già trovarsi sistemata con un'altra famiglia.Nonostante il lavoro meticoloso svolto a partire dall'Ottobre 2004, dal Dott. Rizzi, allora Capo della squadra mobile di Milano, e i vari appelli fatti per il ritrovamento o per qualsiasi notizia utile assicurando anche un premio in denaro, nessuno ha mai collaborato. Addirittura era stato pensato e annunciato pubblicamente di voler concedere in via straordinaria un permesso di soggiorno nel caso il suddetto gruppo di rom non si trovasse in regola con le leggi Italiane e quindi avesse timore di presentarsi per il riconoscimento della minore.Per tutti questi motivi noi famigliari avevamo davvero creduto nella possibilità di essere sostenuti da parte dell'organizzazione che nel nostro paese rappresenta le istanze dei nomadi ROM verso le istituzioni, a simbolo di collaborazione tra le parti e di convivenza civile.Invece durante la trasmissione tutto è diventato polemico e sterile: io mi sento profondamente delusa, amareggiata e anche offesa da questo atteggiamento poco collaborativo, e come me le migliaia di telespettatori che hanno seguito la trasmissione e che mi hanno inviato tantissime e-mail di disappunto da un lato e di solidarietà per mia figlia dall'altro, italiani che io ringrazio dal profondo del cuore per il sostegno morale che mi stanno dando.Auspico che le istituzione tutte, i singoli cittadini e tutti coloro che abbiano compreso la gravità di questa situazione possano intervenire con grande compattezza contro i muri di gomma e per una maggiore chiarezza all'insegna della civiltà e della legalità, per una società di vera giustizia. Mazara Del Vallo 14/05/2008 Pietra Maggio

martedì 13 maggio 2008

Un aiuto per i bambini birmani

EMERGENZA CICLONE IN MYANMAR

Il ciclone Nargis ha fatto già decine di migliaia di vittime.

Per i sopravvissuti è indispensabile il tuo aiuto!

L'UNICEF sta distribuendo acqua, cibo, medicine e
beni di primo soccorso per i bambini birmani e per le loro famigliel

DONA ONLINE ADESSO

SMS SOLIDALE 48581

Per informazioni
Clicca qui



martedì 15 aprile 2008

Yemen, sposa di 8 anni si ribella

Il marito: «E' mia moglie, nessuno può fermarmi»
Yemen, sposa di 8 anni si ribella «Botte e abusi. Voglio il divorzio»
L’avvocato difensore: «E’ illegale»

Tutta sola, avvolta in un’abaya nera, una bambina di 8 anni si è presentata il 2 aprile a un tribunale di Sana’a, la capitale dello Yemen, per chiedere il divorzio dal marito. Nojoud Muhammed Nasser ha denunciato il padre, che due mesi fa l’ha data in moglie a un uomo di 30 anni, e il marito, che l’ha picchiata e costretta ad avere rapporti sessuali. «Ogni volta che volevo giocare in cortile, mi picchiava e mi faceva andare con lui in camera da letto— ha raccontato —. Era molto duro con me e quando lo imploravo di avere pietà, mi picchiava, mi schiaffeggiava e poi mi usava. Voglio avere una vita rispettabile e divorziare».
È la prima volta che una minore chiede il divorzio in Yemen. La legge non la protegge. Moltissime bambine vengono date in spose all’età di Nojoud in Yemen (oltre il 50% secondo uno studio del 2006). La legge fissa l’età minima per il matrimonio a 15 anni, per maschi e femmine, ma non punisce chi la viola, dice l’avvocato della Corte suprema Shatha Muhammed Nasser, che ha assunto la difesa della bimba e le ha trovato un posto in un orfanotrofio. All’uscita del tribunale, col sorriso teso ma lo sguardo deciso, Nojoud ha raccontato la sua storia al giornalista Hamed Thabet, 23 anni, dello Yemen Times. «Mio padre mi ha picchiato e mi ha detto che dovevo sposare quest’uomo. Lui mi ha fatto brutte cose, io non avevo idea di cosa fosse il matrimonio. Correvo da una stanza all’altra per sfuggirgli, ma alla finemi prendeva, mi picchiava e poi continuava a fare ciò che voleva. Ho pianto così tanto, ma nessuno mi ascoltava. Ho supplicato mia madre, mio padre, mia zia di aiutarmi a divorziare. Mi hanno risposto: "Non possiamo fare niente. Se vuoi, vai in tribunale da sola". Ed è quello che ho fatto». Dice Thabet al telefono da Sana’a: «Era così dolce e così triste. È una donna sposata, che capisce tante cose e allo stesso tempo una bambina che vuole studiare e giocare».
Anche il giudice Muhammad al-Qadhi si è impietosito: pur essendo Nojoud troppo giovane per testimoniare, ha fatto arrestare il padre, Muhammed Nasser, e il marito, Faez Ali Thamer. L’avvocatessa Nasser sostiene che il matrimonio era illegale. Altri non ne sono certi: «A nessuno frega della legge, quello che conta è il sistema tribale», dice il giornalista Thabet. «Specialmente nelle zone rurali, i genitori danno le figlie in spose all’età di 7, 8 o 9 anni — spiega Amal Basha, direttrice di un gruppo per i diritti delle donne, Sisters Arab Forum for Human Rights —. Pongono la condizione che il marito non abbia contatto sessuale con la moglie finché non è matura. Ma vive con lui e non c’è alcun controllo: è alla mercé del marito e del suo desiderio». Divorziare per Nojoud non sarà facile, aggiunge. «Non è un’adulta, quindi prevale ciò che dice il suo guardiano».
Lo zio si è presentato come suo guardiano in aula. Ha detto che il padre di Nojoud ha perso il lavoro di netturbino e soffre di problemi mentali: è stato rilasciato. «La bambina deve anche restituire tutto il denaro che il marito ha dato alla famiglia in dote— dice Basha —oltre ad aver bisogno di una buona ragione per divorziare agli occhi del giudice». Oggi, dice Thabet, lui e l’avvocato cercheranno un accordo con il marito. «Faremo una colletta. Gli offriremo i soldi della dote, anche il doppio». Ma lo sposo per ora non intende divorziare: «Sì, sono stato in intimità con lei — ha detto—ma non ho fatto nulla di male. È mia moglie e ne ho il diritto. Nessuno può fermarmi».
Viviana Mazza14 aprile 2008

Fonte: http://www.corriere.it

AIUTIAMO FABULLO



Fabullo è un bambino di Orio Canavese di tre anni. E’ nato con una grave malattia cardiaca. Per tenerlo in vita sono stati necessari due interventi chirurgici. Dopo il secondo ha avuto un’ischemia cerebrale. Era ridotto a un vegetale. Da allora sono passati 16 mesi. Adesso, nonostante la tetraparesi spastica, può interagire e muovere il capo. Non riesce però a fare nessuno spostamento, muovere il tronco, stare seduto o girarsi nel letto.Fabullo, con delle cure adeguate, potrebbe forse ritornare normale, ma le cure costano. I soldi fanno la differenza per la felicità di un bimbo e della sua famiglia. Fabullo è stato visitato dal dott. Bifulco del Therapies4kids (Florida) che ha dato alla famiglia delle speranze. Il costo per un primo ciclo di tre mesi è di 120.000 dollari. Per farlo dovrebbe partire con la mamma il 17 ottobre.


Aiutiamo Fabullo con un versamento:



Fabullo non è solo. In Italia bambini che si recano all’estero per cure che qui non riescono a trovare ce ne sono molti. La storia dei viaggi della speranza si ripete ogni volta, con la colletta affidata al buon cuore delle persone.Lo Stato dov’è? Le nostre tasse a cosa servono se non possono salvare i nostri figli? 120.000 dollari sono lo stipendio di un qualunque assessore politico da strapazzo. L’Italia degli sprechi è anche l’Italia di chi è abbandonato.Aiutiamo Fabullo a correre in un prato. Vi terrò informati.


martedì 1 aprile 2008

Arrestato l’assassino di Mari Luz…

SPAGNA

Madrid, 27 marzo 2008. (Apcom) - La polizia spagnola ha dovuto caricare e sparare proiettili di gomma per disperdere una cinquantina di persone che volevano linciare Santiago del Valle, il presunto assassino della piccola Mari Luz Cortes, la bambina di cinque anni trovata morta lo scorso 7 marzo in un fiume vicino a Huelva (Andalusia). Lo hanno riferito oggi i media spagnoli: secondo le immagini diffuse dalla televisione, la folla ha cominciato a lanciare pietre e anche transenne contro gli agenti che hanno chiuso l’accesso al tribunale locale dove l’indagato è giunto oggi pomeriggio in un furgone della polizia.
Secondo l’agenzia Europapress, circa 600 persone sono state bloccate dagli agenti intorno alle 17, al momento dell’arrivo del convoglio, ma almeno 200 restano tuttora davanti all’edificio dove è stato fatto entrare il presunto omicida, e di queste circa 50 continuano a causare disordini: i pompieri hanno dovuto spegnere il fuoco appiccato ad alcuni cassonetti, mentre due giornalisti sono stati feriti dal lancio di oggetti.
Il caso di Mari Luz Cortes ha commosso la Spagna negli ultimi due mesi: la bambina era scomparsa lo scorso 13 marzo ed è stata oggetto di massicce operazioni di ricerca in tutto il paese e anche all’estero. L’ira della popolazione di Huelva sembra essere esplosa anche a causa del fatto che il presunto assassino, un vicino di casa della famiglia di Mari Luz, era già stato condannato due volte per reati di pedofilia, ma non ha mai scontato le pene.
Del Valle era stato condannato una prima volta nel 2004 a due anni di carcere, poi sospesi a condizione di non commettere altri reati, per abusi su una bambina di nove anni; e nel 2005 a due anni e nove mesi di prigione per abusi sulla sua stessa figlia di cinque anni. Secondo ‘El Pais’ online, in quell’occasione gli era stata revocata la patria potestà e il suo ritardo mentale non era stato considerato come un’esimente completa, ma non sono chiari i motivi per cui l’uomo non è mai stato messo in prigione. Secondo la radio ‘Cadena Ser’, il procuratore capo di Siviglia ha ordinato l’apertura di un’indagine in merito.

lunedì 17 marzo 2008

Bambine vendute nude in pieno centro a Milano

Si parla di “Un patto di legalità”… giusto ?
Bene, adesso leggetevi pure questa:
Ho fatto un giro a Milano. Le sfilate di moda hanno traslocato. Non si fanno più tra via della Spiga e via Montenapoleone, ma in via Triboniano. In un campo nomadi, vicino al Cimitero Maggiore, messo a nuovo grazie al “Patto di Legalità” del Comune di Milano. Le modelle arrivano dalla Romania, belle e giovani, sui quindici anni. Le ragazze non vengono truccate, ma stuprate, picchiate, tenute senza cibo. Poi escono in passerella, forse un po’ anoressiche, per un clan di delinquenti stranieri che le ammira nude. Completamente nude. Più sono belle, più il valore sale.
Si pagano fino a cinquemila euro per una fanciulla da far prostituire sui viali. Le donne, un tempo, sfilavano nude di fronte ai nazisti che le selezionavano per le camere a gas.
Milano vuole l’EXPO 2012 e non sa proteggere delle bambine, perché sono poco più che bambine, nel suo territorio.
A Milano è ritornato lo schiavismo, la capitale CO2 ha superato in peggio l’antica Roma. Le ragazzine sono merce sui marciapiedi per i pedofili locali. La richiesta è alta, le si può ammirare anche in pieno giorno. Carne fresca d’importazione.
Il campo modello non può però essere perquisito e, tanto meno, tenuto sotto controllo. Lo riporta il Corriere della Sera: “poche settimane fa il pm Ester Nocera avrebbe voluto ordinare una perquisizione a riscontro di una prostituta stanca di umiliazioni e botte, ma un alto ufficiale dell’Arma ha allargato le braccia.
E il perché è spiegato facilmente. O al campo di via Triboniano ci si va in massa, o la perquisizione non serve a nulla, perché un sistema di sentinelle avverte dell’arrivo dei militari e avvisa chi può fare sparire persone o cose in tempo reale.”
Polizia di Stato, Carabinieri, Magistrati, Polizia locale, Guardie di Finanza, Vigili, Esercito: quanti sono tutti insieme? Centinaia di migliaia, ma insufficienti per il campo di via Triboniano.
Il pensiero di un cittadino si perde. Come è possibile che delle ragazze siano trattate come delle bestie non lontano da Piazza del Duomo, che tutti lo sappiano e non succeda nulla. Un maledetto nulla. Forse l’Italia non c’è più, forse siamo in estinzione.
Fonte

Il Sindaco di Milano è una donna, Letizia Moratti, leggiamo…
Milanese di nascita, laureata all’Università Statale, Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti ha saputo coniugare responsabilità di carattere istituzionale a ruoli-guida di importanti gruppi industriali italiani e stranieri.
È tra i più noti imprenditori europei, avendo sviluppato numerose attività internazionali nel campo finanziario, assicurativo, del “risk management”, dei servizi di comunicazione e nel settore dei nuovi media. Presidente della Rai dal 1994 al 1996, ha realizzato un ampio piano di riorganizzazione interna e di rafforzamento produttivo, che ha portato a eliminare le precedenti perdite e a conseguire significativi utili di bilancio. Ministro dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca scientifica, nel 2003 ha riunito a Milano 25 ministri dell’Educazione e del Lavoro dell’Unione europea per discutere di capitale umano e di formazione professionale.
Partecipa a numerose attività umanitarie e di assistenza sociale nei confronti di chi vive situazioni di disagio e di emarginazione.
Ambasciatrice dell’Onu per la sezione Droga e Crimine, si è impegnata in iniziative capaci di restituire a molti giovani dignità, forza e voglia di vivere.
È sposata con Gianmarco Moratti e ha due figli, Gilda e Gabriele.
Fonte

E meno male che il Sindaco di Milano, partecipa a numerose attività di assistenza, che abbia smesso ?

Ambasciatrice dell’ ONU, per la sezione Droga e Crimine ? Siamo sicuri ?

Cari Amici scriviamo tutti assieme alla Moratti e per conoscenza all’ONU Italia, poniamole una domanda semplice semplice:
“Caro Sindaco di Milano Onorevolissima LETIZIA MORATTI e se a sfilare su quelle passerelle ci fosse tua figlia Gilda, denudata violenatata e venduta ?

Te la daresti una mossa ?”

clicca qui per mandare una mail

Per chi non utilizza outlook questi gli indirizzia cui mandare la mail: gc.forzaitalia@comune.milano.it; manfredi.palmeri@comune.milano.it; rapp.ita.onu.rm@esteri.it; info@troviamoibambini.it

Diffondete a tappeto !

Grazie.
Il Comitato Troviamo i Bambini
Bambini scomparsi

venerdì 14 marzo 2008

GB: ritrovata viva bambina scomparsa

Era in un appartamento poco lontano da casa, arrestato un 39enne

(ANSA) - LONDRA, 14 MAR - Si e' concluso felicemente il caso di Shannon Matthews, una bambina di nove anni che era scomparsa il 19 febbraio nel West Yorkshire. La piccola, il cui caso aveva avuto grande attenzione sui media britannici, e' stata trovata viva in un appartamento poco lontano da casa sua, sembra nascosta sotto un letto. Un uomo di 39 anni e' stato arrestato per presunto sequestro di persona. Lo ha confermato la polizia del West Yorshire, che ha sfondato la porta della casa dove si trovava Shannon.

PEDOFILIA: Polizia postale senza pc?

MILANO - Un’inchiesta sulla pedofilia è rimasta ferma per quasi un anno a Milano perchè mancavano i computer. La notizia, confermata da fonti sindacali, emerge da una lettera in cui si chiedono uomini e materiale per la Polizia Postale. L’indagine è stata sbloccata solo quando la Procura di Milano ha affittato alcuni pc per gli investigatori telematici. (Fonte Agr)
Proprio così, lo Stato ha preferito TENERE ferma un indagine un anno…
E intanto in un anno quanti altri bambini sono stati violentati ?


Solo togliendo 10,00 euro ad ogni politico:
Circa 600 Deputati per 10,00 euro cad = 6000
Circa 300 Senatoti per 10,00 euro cad = 3000

Totale 9000 euro

E mancano i Ministri e gli Eurodeputati.


Sono 430 mila e ci costano 3 miliardi l’anno. Politici puri con oltre 15 mila euro lordi di indennità e 4.190 Euro di rimborso spese per la cura del collegio elettorale si aggirano per lo Stivale avvalendosi di “pass” speciali in autostrada sui treni, via mare e per i cieli ricevendo rimborsi annui non solo sulle spese di trasporto e soggiorno ma anche sulle spese telefoniche (stimati circa a 3.100 Euro). Tra il rimborso dei taxi (fino a 4.000 Euro), viaggi extrafrontalieri (3.100 Euro) e “laute” pensioni vitalizie, l’emorragia di denaro pubblico del 2005 per i soli Deputati è costata alla collettività 40.000.000 di euro.
Adesso (come sempre) vi vediamo in TV (più delle veline) belli e sorridenti, per convincerci che questa volta, le cose che promettete le farete davvero…

Come siamo stanchi di mantenervi sulla pelle dei nostri bambini…
Fateci un favore “illustrissimi” fatevi un giro presso gli uffici della polizia postale e guardatevi solo un video di queste mostruosità, poi pensate che grazie alla vostra inefficienza, in un anno molti bambini (mentre voi ve la ridevate, fra un aumento di stipendio e l’altro) venivano stuprati sino all’agonia, sino alla morte…

CONCLUSIONE???? MAH!!!!!

mercoledì 12 marzo 2008

CHE VERGOGNA!!!




Il 10 marzo, è stato il funerale della piccola Mari Luz, nessun Media italiano, interessato alla notizia, sempre meglio parlare dei politici tutti intenti a cercare di prometterci cose, che come al solito non faranno MAI…

A tutti i nostri bambini, scomparsi, violentati, maltrattati
Dedichiamo questo video.





TROVIAMO I BAMBINI

MA VIVI !

lunedì 10 marzo 2008

Benevento, tanta gente ma soprattutto tanti bambini alla Marcia per la Vita di Beneslan per ricordare i fratellini di Gravina

Da piazza Bissolati è partito il corteo che ha raggiunto il sagrato della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli dove è stata celebrata la messa ‘a difesa della vita’
L’associazione di Volontariato Beneslan, di cui è presidente il pediatra Nicola Cicchella, in collaborazione con la Parrocchia Santa Maria di Costantinopoli ha promosso stamattina una marcia della vita per ricordare i piccoli Salvatore e Francesco di Gravina di Puglia: l’appello è stato raccolto da tantissima gente proveniente da ogni parte della città che ha alimentato il corteo che ha lanciato un forte messaggio a difesa della vita.
Dinanzi la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, al segnale di Mons. Pompilio Cristino, vicario generale, i partecipanti hanno fatto partire verso il cielo i palloncini, circostanza accompagnata da un grosso applauso rivolto a tutti i bambini del mondo.
Un minuto di silenzio ha preceduto il lancio dei palloncini, per ricordare Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina tragicamente scomparsi.

Viminale: lo scorso anno 1.300 sparizioni di minori

Lo scorso anno in Italia sono scomparsi, in media, tre minorenni ogni giorno. In tutto il 2007 e nel gennaio di quest'anno sono stati oltre 1300 i casi di minori dei quali si è persa ogni traccia.

Il dato è stato presentato oggi al Viminale dal prefetto Rino Monaco, commissario straordinario per le persone scomparse.

Dal 1974, anno in cui è stata istituita la banca dati delle persone scomparse presso il ministero dell'Interno, i minori di cui è stata denunciata la scomparsa e di cui non si è avuta più notizia sono stati 9357. Un piccolo esercito.

Il dato più significativo presentato dal prefetto Monaco è che le sparizioni riguardano in gran parte gli stranieri, nel 78% dei casi, che significa che sui 1300 scomparsi gli italiani sono 287. E i casi di minori stranieri scomparsi riguardano soprattutto bambini e ragazzi rom.


"Moltissimi tra i giovani scomparsi sono rom che entrano non accompagnati in Italia, vengono affidati ad un istituto e poi scappano" precisa infatti Monaco.


La maggior parte delle volte, la sparizione di un minorenne viene rubricata come "allontanamento volontario": 1022 casi lo scorso anno, il 79% del totale. Per altri 246 però il ministero dell'Interno parla di "motivazione sconosciuta".


Solo in 3 casi potrebbero aver avuto un ruolo i disturbi psichici dei ragazzi, ma il dato preoccupante sono i 21 ragazzi, o bambini, scomparsi perché vittime di reati.

domenica 9 marzo 2008

Ritrovata morta Mari Luz Cortes


Un altra bambina TROVATA MORTA…
Il corpo senza vita della piccola Mari Luz Cortes, 5 anni, la bambina spagnola di origine rom scomparsa il 13 gennaio scorso a Huelva in Spagna, vicino al confine con il Portogallo, è stato ritrovato questa sera nel fiume Tinto, con il cranio fracassato. Il corpo è stato ritrovato, da un operaio della raffineria.

Fonti della polizia spagnola hanno confermato che il cadavere è effettivamente quello della bambina. Non sono state rese note per il momento le cause della morte. Il corpo, ha riferito ‘El Mundo’, è stato trovato in avanzato stato di decomposizione nel fiume di Huelva, con addosso gli stessi indumenti che Mari Luz portava al momento della scomparsa 50 giorni fa.

Il caso di Mari Luz aveva suscitato una viva emozione in Spagna. Il suo caso era stato avvicinato da alcuni media a quello della piccola inglese Madeleine Maddie McCann, scomparsa nel maggio scorso a Para da Luz, nel sud del Portogallo, di cui si è da allora senza notizie.

giovedì 6 marzo 2008

Salerno, tratta neonati: 7 arresti

Una piccola venduta per 16mila euro

Avevano pattuito 16mila euro per la vendita di una neonata partorita forse da una nomade rom ad una coppia che voleva adottare un figlio. Ma, al momento della consegna, vicino al campo nomadi di Secondigliano, sono stati arrestati dai carabinieri di Nocera Inferiore (Salerno). A finire in manette con l’ accusa di tratta di essere umani, falso ed alterazione di stato civile sono sette persone. Una donna era il capo della banda.
Gli inquirenti ritengono che alla testa dell’organizzazione ci fosse Luigia Giordano, di 53 anni, che risiede nell’agro sarnese-nocerino. Gli altri arrestati nello’operazione “ladri di bambini” sono quattro romeni e due jugoslavi: Djani Jovanovic, 26 anni, nato in Jugoslavia; Susana Radosalevic, 22, anche lei jugoslava, e i cittadini romeni Rodica Mustafà, 27 anni; Santa Constantin, 30; Petrik Constantin, 41; Cristiano Constantin, 32, tutti residenti nel campo nomadi di Secondigliano. Tra le donne potrebbe esservi la madre della piccola Jessica.
Gli arresti sono scattati nelle vicinanze del campo nomadi di Secondigliano, alla periferia nord di Napoli quando stava avvenendo la consegna di una neonata in cambio di ottomila euro, una parte della somma pattuita di 16mila euro.
Ora la bambina che stava per essere venduta si trova ricoverata nel reparto di neonatologia dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore. Il pm Amedeo Sessa ha disposto l’accertamento del Dna degli arrestati per identificare la madre. La piccola, chiamata Jessica dal personale dell’ospedale, ha 20 giorni, un colorito di pelle scuro e capelli nerissimi. Sicuramente - ha detto il procuratore Domenico Romano - non sarà restituita ai genitori che l’hanno venduta.
I carabinieri proseguono tuttavia le indagini perché sospettano che non si sia trattato un caso isolato. Un’altra coppia pare fosse in attesa di ricevere da Luigia Giordano una neonata, che era stata presentata come gemella di Jessica.
Tra le prove raccolte dagli inquirenti c’è anche una specie di “ricevuta”, cioè una scrittura privata firmata da Luigia Giordano a una coppia di coniugi del Beneventano nella quale si dà atto del versamento della cifra di 28mila euro per la consegna della piccola Jessica e di una sua presunta gemella - chiamata Giusi dagli investigatori - destinata ad una coppia di Pistoia. I mariti delle due coppie che si erano rivolte alla Giordano sono cognati.
Gli investigatori della Procura di Nocera Inferiore presumono che questi neonati venduti dall’organizzazione siano figli di nomadi rom e slavi, ma non escludono che nella tratta siano coinvolti bambini scomparsi.

(Articolo tratto dal TGCOM, cliccare sul titolo per andare al link originale)

mercoledì 5 marzo 2008

IL NOSTRO NON È PIÙ UN PAESE PER BAMBINI

LA MORTE INAUDITA DI CICCIO E TORE, I DUE FRATELLINI DI GRAVINA.


Una casa abbandonata nel centro di Gravina, una cisterna e un bambino che ci cade dentro. E mentre i pompieri tirano su quel bambino, con le gambette spezzate ma salvo, la scoperta dell’orrore. Laggiù ci sono i corpi dei due fratellini scomparsi dal giugno del 2006, Salvatore e Francesco Pappalardi di 13 e 11 anni. I "nostri" Ciccio e Tore.
Dico nostri perché sono diventati il rimorso di quelli che li hanno cercati lontano, perfino in Romania, mentre erano a pochi passi; di chi li ha trasformati nell’ingombro di una famiglia disastrata, un fastidio da eliminare, come sembrò alle indagini basate su "indizi consistenti" che hanno portato il padre in galera; di chi forse li aveva visti in giro quella sera della scomparsa, ma non ha parlato. E dico nostri perché il pensiero della loro morte, forse atrocemente non immediata ma avvenuta per le ferite, il freddo, la paura, turba le quiete certezze in un mondo che ci illudiamo sia a misura di bambino. Davanti alla casa abbandonata, ora si accumulano mazzi di fiori, disegni, ricordini. Su un foglio sta scritto: «Perché non abbiamo sentito le vostre voci?». Non solo le grida che potevano arrivare dal buco nero. Ma anche le voci di Ciccio e Tore quando erano contesi tra una madre definita debole e un padre definito violento. Per un po’ affidati a una comunità, appoggiati dai servizi sociali. Poi lasciati soli a vagabondare per strada, in posti pieni di pericoli; a saltellare sui tetti, a esplorare gli sprofondi. E a progettare la fuga dai genitori, che erano presi in altre famiglie ramificate e persi in reciproche accuse e parole di odio. Adesso che in Tv ripassano i filmati e le interviste di quei sedici mesi della scomparsa, colpisce una frase di Rosa Carlucci, la madre: «Ciccio mi ha scritto sul quaderno: "Mamma, se ci succede qualcosa tu piangerai?"». Come un bisogno di amore, una esigenza di attenzione. O un presentimento. Avevano anche scritto i loro nomi su un muro della casa abbandonata che era il loro parco giochi e diventerà la loro tomba. Quasi una lapide anticipata. Ciccio e Tore, insieme nella vita randagia e nella morte atroce, restano un dolore collettivo e anche un promemoria delle tragedie che colpiscono gli indifesi. «L’infanzia oggi è orfana di tutele», dice la psicologa Maria Rita Parsi, del Movimento bambini. Si pensa ai tanti spersi nel nulla, Angela Celentano, Denise Pipitone, per dire i primi nomi che vengono in mente. Con orrore si leggono le cronache della pedofilia, gli insospettabili in mezzo a noi che di colpo si rivelano lupi in agguato contro l’innocenza. Sono quasi scomparsi i piccoli centri dove si vive come una comunità, dove i figli degli altri sono anche figli tuoi da controllare e proteggere. Sopravvive qualche isola felice non ancora lambita dal "progresso". Ma le città con la loro mostruosa crescita, diventano nemiche delle creature più esposte ai pericoli. Voglio ricordare Jessica, 14 anni, e le sorelline Bianca di 7 e Joana di 13 insieme alla loro mamma, uccise da una macchina in folle corsa, la scorsa settimana a Fiumicino. Non è un paese per vecchi è il film dei fratelli Coen che quest’anno ha meritato più Oscar. Se l’Italia, patria del mammismo, smette di essere madre per i suoi figli meno fortunati, potremmo dire che il nostro non è più un Paese per bambini.

Franca Zambonini (Famiglia Cristiana)


lunedì 3 marzo 2008

CHILDREN AND MEDIA

"Tra i diritti fondamentali dell'essere umano si possono ricordare il diritto alla libertà
individuale, il diritto alla vita, il diritto all'autodeterminazione, il diritto ad una esistenza
dignitosa, il diritto alla protezione dei propri dati personali (privacy). Un minore che subisca
abusi o sia vittima di sequestro viene leso in tutti questi diritti: nell'ambito nella propria libertà
individuale viene colpito prima ancora che egli stesso possa essere cosciente di essere un
individuo libero; gli viene negato il diritto stesso alla vita in quanto il danno che subisce
potrebbe non risultare in modo esclusivo di tipo biologico ma anche psichico e morale, aspetti
essenziali della vita umana. Nell'ambito del diritto all'autodeterminazione, il minore che
subisce abusi, violenze o l'illecito allontanamento dalla famiglia viene privato della facoltà di
scegliere secondo i propri desideri e inclinazioni. Inoltre per quanto concerne il diritto
all'esistenza dignitosa, il minore viene danneggiato perché nella maggior parte dei casi non
viene curato nelle proprie necessità, anzi subisce maltrattamenti. Infine viene molto spesso
calpestata la sua privacy in quanto eventuali riferimenti più o meno diretti alla propria sfera
familiare, realizzati senza coscienza attraverso il canale dell’informazione trasformato in una
pubblica piazza, realizzano di fatto l'individuazione esatta del minore nel proprio contesto
sociale rendendolo bersaglio di pesanti ripercussioni personali."


Testo estratto dal DOCUMENTO INTERNAZIONALE DI GIORNALISMO ETICO
PER LA TUTELA DEI MINORI COINVOLTI IN FATTI DI CRONACA

Bambini fantasma

DAL BLOG DI BEPPE GRILLO

I bambini scompaiono. Svaniscono come fantasmi. E talvolta non ritornano.Nell'anno 2006, fino al 7 dicembre, 1.687 minori (MILLESEICENTOTTANTASETTEMINORI) “risultano ancora da cercare” in Italia secondo la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. 385 (TRECENTOTTANTACINQUE) sono tra gli 0 e i 10 anni di età, di cui 107 italiani (lo scorso anno 52) e 278 stranieri. E’ un fenomeno (un business?) in continua crescita dal 2004. E manca ancora il periodo natalizio. Al posto di Babbo Natale ci sarà l’Orco di Natale. Invece di portarti un triciclo ti asporta un rene.Leggo le statistiche e le lettere di denuncia che ricevo e non capisco. I bambini sono sacri. E allora perchè i media ne parlano solo in alcuni casi? La politica non si mobilita? Quando vedete un bambino solo che chiede la carità non voltatevi. Chiamate la polizia, i carabinieri, i vigili urbani. Questi numeri spaventano, anche se: “circa l’80% dei bambini che ‘scompaiono’ rientrano nella categoria degli allontanamenti volontari o delle sottrazioni operate dai genitori stessi”. Non riesco crederci. Datemi un aiuto. I dati vanno forse interpretati? La prima reazione è di rifiuto. L’Italia non è tutta uguale. Nel 2006 i bambini perduti sono di più in Lazio (454), in Lombardia (205) e in Veneto (194). Uno in Molise, nessuno in Valle d’Aosta. Il ministro dell’Interno Giuliano Amato deve occuparsi di questo problema, certo già lo fa. Un messaggio da parte nostra con una email gli servirà da stimolo. Una sua risposta al blog forse non ci tranquillizzerà, ma sarà un segnale importante.

sabato 1 marzo 2008

Benvenuti

Ciao a tutti e benvenuti su MMS 4 CHILDREN, la nostra nuova iniziativa mira a smobilitare tutti, ma proprio tutti, al fine di sensibilizzare gli operatori di telefonia mobile che quotidianamente spendono migliaia di Euro in pubblicità multimediali... SE INVIASSERO ANCHE LE IMMAGINI DEI BAMBINI SCOMPARSI? UN PROMEMORIA QUOTIDIANO PER RICORDARNE I VOLTI A MILIONI DI UTENTI, DI CITTADINI, DI ESSERI UMANI? PENSATECI... Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti Voi, conoscenze, amicizie, enti... Contattateci...